da Matteo Magnano | Set 10, 2024 | Lavoro interiore
Il contagio sociale è il trasmettere l’uno all’altro i nostri stati emotivi, e non solo. Stati emotivi che, come possiamo notare, derivano spesso dalla paura, dalla rabbia e dall’apatia anziché dalla fiducia. Lo sapevi che il fenomeno del contagio sociale si verifica anche a grande distanza? Numerosi studi hanno dimostrato che oltre allo stato d’animo, lo stile di vita e il modo in cui affrontiamo i problemi possono influenzare non solo i nostri amici, ma anche gli amici dei nostri amici e viceversa. Ed è veramente incredibile se ci pensi. Questa è la prova che la società è una rete complessa di individui che si influenzano costantemente l’un l’altro, sia in positivo che in negativo.
Come ho espresso nel mio articolo precedente, sono meccanismi di cui ti puoi accorgere nella tua vita quotidiana, quando incontri persone spente, arrabbiate, tristi e alle volte anche poco collaborative. Ora, una delle domande principali su questo tema, che riguarda ognuno di noi, è: chi è in grado di fermare il contagio negativo e trasformarlo in positivo?
Bene, proprio perché è un terreno complesso, è necessario uno sforzo per agire, ma è anche richiesto un elevato livello di consapevolezza, perché stai interrompendo un processo naturale che ti farebbe reagire in tutt’altro modo. Qui la differenza la può fare chi ha intrapreso un percorso di crescita personale, chi ha scelto di vivere la sua vita come leader piuttosto che come seguace. Anche qui, come in altri terreni, si tratta di fare scelte consapevoli e di esercitarsi costantemente. Non è una questione di talento innato o di fortuna; è solo così che possiamo realmente fare la differenza nella nostra società, migliorando la qualità della vita di tutti.
Immagino che potresti pensare: “Va bene, fin dei conti perché mi deve importare migliorare la vita degli altri?” Bene, se ti fai questa domanda, forse ti sfugge che se migliori quella degli altri, proprio per via del contagio sociale, direttamente e indirettamente migliorerà anche quella della tua famiglia, dei tuoi amici, dei tuoi colleghi e anche la tua.
Oh, sia chiaro, non ti biasimo se preferisci non agire, se non ti senti di avere le forze per farlo. Tuttavia, ciò potrebbe portarti a fare qualcos’altro che non ti farebbe bene: lamentarti. È importante inoltre che tu comprenda che sei tu il primo a subire le conseguenze se non fai quello sforzo o non agisci per promuovere un cambiamento in te stesso. Qui entra in gioco un altro tema molto importante in grado di darti quell’energia interiore di cui hai bisogno: l’egoismo.
L’egoismo sano
La società ci ha spesso insegnato a condannare l’egoismo, ritenendolo dannoso. Ed è effettivamente importante comprendere che ce ne sono di diversi tipi. Personalmente, non mi riferisco al menefreghismo, ma all’egoismo sano e costruttivo. Mi spiego meglio: tutte le cose che funzionano armoniosamente, che seguono i ritmi naturali della nostra esistenza, se sono realizzate per te con sincerità e passione, finiscono per avere un impatto positivo anche sugli altri. E sai che cosa nasce dal tuo stato di profondo benessere interiore? L’altruismo autentico.
Conclusione
In conclusione, il benessere della società è strettamente collegato al nostro benessere interiore e a quanto riusciamo a investire con il nostro altruismo e a quanto riusciamo a contagiare positivamente. Il risultato complessivo innescherà un circolo vizioso oppure un circolo virtuoso. Robert Ingersoll diceva: “Se dipendesse da me, renderei contagiosa la salute invece che la malattia.” Ecco, rispondo che, anche se non è affatto semplice fare questa inversione di direzione del contagio sociale, è possibile e dipende da noi.
Forse tu lo stai già facendo, ma se non dovesse essere così, quando ti sentirai bene con te stesso, prova a sperimentare il contagio sociale su una persona che ti sembra imbronciata o triste. Accorgiti di quale potere immediato ha tutto questo meccanismo e allenati. Fallo più volte, tenendo a mente ciò di cui ho scritto in questo e nei due articoli precedenti.
In fin dei conti, se ci pensi, riuscirai sicuramente a ricordare che belle sensazioni di fiducia, di calore, di carica positiva ti è capitato di provare quando sei stato tu la persona ad essere contagiata positivamente. Infine, se aspiri a coltivare la tua leadership per essere ancora più efficace nel diffondere e stimolare positività per te stesso e per gli altri, sappi che mi troverai pronto ad affiancarti in questo meraviglioso viaggio.
Un grande abbraccio di cuore e di forza vitale!!!
da Matteo Magnano | Ago 10, 2024 | Lavoro interiore
Che cos’è il sistema di ingaggio sociale? È un insieme di strutture nervose che facilitano l’interazione sociale e che sono particolarmente attive quando ci sentiamo al sicuro. Questo sistema è fondamentale nella comunicazione paraverbale e non verbale, come il tono della voce, la mimica e la gestualità. Sappi che quando comunichiamo sensazioni, facciamo valutazioni, esprimiamo sentimenti o modi di pensare, le parole hanno un’importanza del 7% rispetto alla comunicazione paraverbale e non verbale. Nonostante ciò, si tende a dare molta rilevanza alle parole perché il linguaggio è una novità nel piano della nostra storia evolutiva.
Lo stress
Siccome le nostre emozioni interiori possono influenzare la nostra comunicazione paraverbale e non verbale, e quindi anche la percezione che gli altri hanno di noi, puoi capire quanto sia importante mantenere attivo questo sistema per avere una buona comunicazione. C’è un forte legame con quello che riguarda lo stress, di cui ho scritto nell’articolo precedente, perché a causa dei malesseri che ci provoca, ci porta a trasmettere stati d’animo negativi come la paura o la rabbia. Ad un livello di stress più profondo può anche portarci lentamente e gradualmente, senza che ce ne accorgiamo, a vivere in una situazione ancora più grave, in una situazione in cui abbiamo una sorta di paralisi interiore, di blocco totale.
Il blocco emotivo
Ed è un po’ come accade ai rettili quando non hanno più via di fuga: in automatico si bloccano, si fingono morti e sperano che non accada nulla. Nella società moderna non si arriva all’estremo di una paralisi del fisico, ma il blocco emotivo sì, però. Non so se ti sei mai accorto, girando in città, di quante persone hanno un’espressione paralizzata, un po’ vuota, come se non avessero più niente da esprimere, apatiche. E per paura, invece, di quante sono avvolte da questa diffidenza, da questo timore, o per rabbia invece quante si comportano con poca tolleranza e sono particolarmente pronte a criticare e a giudicare per condannare.
Perché avviene tutto ciò?
Perché mentre il sistema di combattimento-fuga è attivo, resta inibito un altro sistema, che in quel momento non è prioritario nel salvarci la vita, che è proprio il sistema di ingaggio sociale. Ecco perché, anche se stai dicendo una cosa importante, sensata e giusta per l’altra persona, ma il tuo stato interiore te la fa esprimere con tensione o addirittura con dell’aggressività, potresti non ottenere i risultati desiderati. Perché se stai contagiando l’altra persona con poca o molta aggressività, è più facile che anche dall’altra parte lei reagirà in automatico sollevando il sistema di lotta o fuga senza che lo voglia e disinibendo il suo sistema di ingaggio sociale. E se sarà così, non solo le tue parole saranno spese al vento, ma la situazione potrebbe anche degenerare portando poi ad altri tipi di conseguenze negative a lungo termine.
Cosa puoi fare per migliorare alcune situazioni e relazioni e mantenere attivo il sistema di ingaggio sociale
Per prima cosa, se la situazione sta degenerando, escine subito. Fermati un secondo, respira, poi ricorda che anche volendo, in questo stato non si può proprio ragionare. Lo si farà in un secondo momento. Se pensi che possa capitare con chi condivide il tuo tetto, potete trovare assieme preventivamente una parola chiave simpatica da usare in emergenza e che saprete essere in grado di riportare in voi questo tipo di consapevolezza quando ne avrete bisogno. Una parola simpatica potrebbe ad esempio essere “banana”.
Per essere più pronti, possiamo cominciare ad allenare:
- La nostra attenzione verso lo stato emotivo che proviamo prima e durante la conversazione, senza giudicarci.
- La nostra attenzione sul linguaggio paraverbale e non verbale. Quindi puoi domandarti: “Che espressione ho sul volto? È neutrale, amichevole oppure sono serio o arrabbiato? Il mio corpo com’è? Teso oppure rilassato? Trasmetto chiusura o apertura?”
- Rispondere anziché reagire in automatico e ad essere anche responsabili per le nostre reazioni. Come posso dire: “Non puoi controllare il vento, ma puoi regolare le tue vele, e non puoi dare la colpa al vento se non riesci a regolarle efficacemente”. Ok? Per farlo, anche qui, porta la tua attenzione al respiro per pochi secondi, o per quelli che sono necessari, anche solo un secondo può fare una differenza incredibile nel darti la possibilità di non reagire in automatico.
- Allenarci a mantenere il contatto visivo e l’attenzione verso l’interlocutore.
E infine, essere vero/a e sincero/a con te stesso/a e farlo in maniera costruttiva e rispettosa. Soprattutto se vuoi condividere temi che riguardano questioni per te negative, faccio un esempio: invece di lamentarti, puoi esprimere ciò che ti preoccupa e cercare insieme una soluzione. L’autenticità può includere la gratitudine, la gioia, la condivisione di momenti positivi, e trovare un equilibrio tra onestà e gentilezza è la chiave per essere autentici senza diffondere la negatività. Ricordati che l’autenticità è fondamentale per una comunicazione efficace e per mantenere attivo il sistema di ingaggio sociale perché promuove la presenza, il calore e la fiducia e ti fa sentire al sicuro.
Ora concludo dicendoti che nel viaggio della crescita personale, ogni scoperta che facciamo è solo un piccolo tassello di un vasto mosaico e oltre alle conoscenze che riceviamo, esiste un mondo di scoperte e di pratiche che attendono di essere esplorate.
Ti auguro di essere sempre curioso, aperto e pronto ad imparare sempre di più.
Un grande abbraccio di cuore e di forza vitale!!!
da Matteo Magnano | Lug 10, 2024 | Lavoro interiore
Quando il nostro corpo percepisce un pericolo, si attivano una serie di risposte fisiologiche che ci preparano al combattimento o alla fuga. Questo meccanismo va bene in una situazione di reale emergenza, dove può essere utile per salvarci la vita, ma in un contesto psicologico non è altrettanto efficace.
Noi esseri umani non siamo perfetti, e questo perché ci portiamo dietro tanti piccoli automatismi che provengono dalla nostra storia evolutiva e che oggi funzionano in maniera incoerente nel mondo moderno. Siamo molto complessi, ma anche contraddittori. Uno di questi automatismi meno efficaci oggi si chiama neurocezione.
Cos’è la neurocezione?
È il nostro radar interno che analizza continuamente l’ambiente, catalogandolo come pericoloso o sicuro. Nel mondo moderno, dove i pericoli fisici sono meno presenti, questo radar è spesso influenzato più dalla nostra parte interiore che dalle minacce reali. Che la paura sia di natura fisica o psicologica, il corpo attiva comunque lo stesso tipo di reazione di lotta o fuga, e fatica tremendamente a distinguere se stiamo scappando da una tigre o se siamo preoccupati per arrivare a fine mese.
Contrariamente alla paura fisica, che cala quando abbiamo vinto, perso o siamo fuggiti, la paura psicologica può continuare a lungo, se non gestiamo correttamente la nostra mente e le nostre emozioni. Questo ci fa credere, ad un certo punto, che vivere in uno stato di stress sia la normalità. Ma questo non solo ci crea una serie di problematiche fisiche e mentali più o meno serie, ma porta anche ad autoalimentarle.
Reazione di lotta o fuga senza scarica fisica
Quando la reazione di lotta o fuga si solleva per questioni ipotetiche, raggiungiamo un apice di eccitazione, ma senza una conseguente scarica fisica né una fase di recupero. Questo ci porta a trattenere dentro tutta la carica emotiva, senza fornire al corpo quello che si aspetta: stancarsi fisicamente e poi riposarsi. Ecco perché viene spesso suggerito di fare attività fisica per scaricarsi.
Problemi derivanti dallo stress
Tensioni muscolari, ansia, nervosismo, palpitazioni, ipertensione, indebolimento del sistema immunitario, disturbi digestivi, mal di testa e mal di schiena cronici, insonnia e anche depressione: tutti questi problemi insorgono perché il corpo non è biologicamente programmato per essere sollecitato così spesso. In passato, i pericoli reali non erano continui; c’erano momenti di pace e di crescita. Inoltre, il corpo non è programmato per mantenere attivo lo stress così a lungo.
Proteggiti dagli stimoli negativi
Dobbiamo anche prestare attenzione agli stimoli che facciamo vivere alla nostra mente. Proteggiti dalla negatività psicologica, che è estremamente presente nella nostra società, soprattutto nei media. La negatività può predisporre la tua neurocezione al negativo, influenzare la tua percezione della realtà e amplificare le tue paure psicologiche. Non pensare che non ci siano conseguenze al tuo sistema nervoso se ogni sera ti spaventi o ti arrabbi guardando il telegiornale o una serie TV che fa uso di violenza, fisica o psicologica.
Cosa puoi fare invece?
Ecco un elenco di alcune possibilità:
- Amore e connessioni: coltiva relazioni affettive sane e profonde. In questo modo viene stimolato il rilascio di ossitocina, l’ormone del benessere, che favorisce la riduzione dello stress e dona un senso di calma e sicurezza. Tra l’altro le connessioni autentiche, sia con i partner che con amici o familiari, sono fondamentali per un equilibrio emotivo.
- Attività rilassanti: pratica attività fisiche dolci come la camminata, lo yoga o simili, il nuoto, lo stretching. Camminare all’aria aperta ad esempio non solo permette di schiarire la mente, ma ha anche un effetto calmante sul sistema nervoso, aiutando a rilasciare tensioni accumulate.
- Ricollegati con la natura: Dedica almeno 3 ore a settimana alla natura, è fondamentale perché per il 99,9% della nostra storia evolutiva siamo stati a contatto con la natura selvaggia.
- Impara tecniche di rilassamento: Approfondisci e impara tecniche che ti aiutino a rilassarti in profondità, per prevenire l’insorgenza dello stress o utilizzarle quando necessario.
- Lascia andare i contesti negativi: Evita contesti negativi in cui non puoi agire direttamente. Continuare a sbatterci la testa contro esaurirà le tue energie e incrementerà il tuo malessere.
Tutto questo ti permette di guadagnare più controllo, serenità e anche energie, ma se non vai un po’ più in profondità, continuerai solo a combattere i sintomi, senza mai affrontare la vera causa. Esistono molti strumenti, tecniche e strategie efficaci per il tuo benessere, che, se applicati con costanza, possono diventare parte della tua routine quotidiana. Queste nuove abitudini ti aiuteranno a sostituire i vecchi schemi disfunzionali, trasformando radicalmente la tua vita.
L’importante è iniziare, anche con piccoli passi.
Ricorda che sei tu a fare la differenza!
Daje!
Un grande abbraccio di cuore e di forza vitale.
da Matteo Magnano | Giu 10, 2024 | Lavoro interiore
I pensieri possono influenzare le nostre emozioni, e le nostre emozioni, viceversa, possono influenzare i nostri pensieri. Inoltre, anche il corpo può essere influenzato da entrambi, e ciò che sentiamo nel corpo può condizionare sia i pensieri che le emozioni. Questo per renderti chiaro che c’è un legame strettissimo tra la mente e il corpo.
Anche se il nostro umore è variabile per natura, ci sono alcuni schemi di pensiero che possono peggiorare un momento di benessere, portandolo a diventare qualcosa di più duraturo come l’ansia, la tristezza o lo stress. Oggi gli studi ci insegnano che in sé non sono le emozioni negative ad arrecarci danno, ma il modo in cui reagiamo ad esse.
Il paradosso delle sabbie mobili
Tutti gli sforzi che facciamo per liberarci dagli stati emotivi negativi, o per cercare la causa o la soluzione, possono spesso peggiorare la situazione. È un po’ come trovarsi nelle sabbie mobili, dove più ci muoviamo e lottiamo, più affondiamo. Questa tendenza è radicata nella biologia umana e trae origine dalla nostra storia evolutiva: prestare attenzione alle minacce o agli eventi negativi era essenziale per la sopravvivenza. Questo ha permesso ai nostri antenati di proteggersi dai pericoli, ma se applichiamo questa tendenza anche alla sfera emotiva, ci sentiamo peggio invece di stare meglio.
Un circolo vizioso
In questo processo, sommiamo al momento presente i dolori del passato e le preoccupazioni per il futuro. Questo ciclo è distruttivo e alimentato da recriminazioni e autocritica, che portano a sentimenti di colpa, aumentando la tristezza e innescando pensieri come “non sono abbastanza” o “non ce la potrò mai fare”. E tutto questo avviene in un tempo molto breve, spesso senza che ne siamo consapevoli.
Rispondere anziché reagire
Ecco perché è importante imparare a rispondere anziché reagire a questi stati mentali e alle trappole che ci tendono. Spesso, la mente cerca di utilizzare lo strumento del pensiero razionale critico, molto utile per le questioni pratiche ma assolutamente inefficace per quelle emotive, facendoti rimuginare spesso e aumentando così il malessere.
Consapevolezza e meditazione
È impossibile impedire l’insorgenza di emozioni negative o di pensieri autocritici. Tuttavia, quello che possiamo fare è interrompere questi processi appena si manifestano, per evitare di cadere nel circolo vizioso del rimuginare. L’unico modo per riuscirci è attraverso la consapevolezza: dobbiamo renderci conto di cosa stiamo pensando mentre lo stiamo pensando, diventando osservatori dei nostri pensieri. Questo ci permette di non identificarci con essi né di seguirli. Ricordiamo, quindi, che non dobbiamo essere i nostri pensieri.
Uno degli strumenti più potenti per imparare a rispondere con consapevolezza, anziché reagire impulsivamente, è la meditazione. Da tempo, come istruttore certificato, insegno l’importanza di questa pratica, che permette di allenare la mente a osservare le emozioni e le situazioni senza farsi sopraffare. La meditazione, proprio come un allenamento fisico, richiede costanza e dedizione, ma i risultati nel breve e lungo termine sono straordinari: ci aiuta a sviluppare un maggiore controllo sulle nostre reazioni emotive e a vivere con più equilibrio.
Ci ritroviamo nel prossimo articolo per continuare questo viaggio insieme.
Un grande abbraccio di cuore e di forza vitale.
da Matteo Magnano | Mag 10, 2024 | Lavoro interiore
Il tema a me più caro? Il tema dell’unico e più importante viaggio che potremmo mai affrontare, quello della vita.
In questo articolo vorrei provare a farti emergere qualche intuizione, ovvero un momento di chiarezza verso un sapere più profondo, cominciando con una piccola ma importante premessa e poi passando a qualche esercizio pratico.
La premessa
A differenza di quando partiamo per una vacanza, in cui la meta è più importante del viaggio, nella vita non è così, perché la vita è il viaggio. La destinazione finale, invece, sai qual è, ed è inevitabile. Alla luce di ciò, non credi che sarebbe meglio impiegare il tuo tempo prezioso cercando di renderti questo viaggio il più appagante possibile?
Non mi riferisco certo al rifugiarti nei vizi, perché questi offrono un’illusione di benessere momentaneo, ma in realtà ti allontanano da te stesso, anestetizzano le tue emozioni e non ti porteranno mai una felicità autentica e duratura. Invece, se ci fai caso, più esperienze positive accumuli, più ricca e appagante sarà la tua vita. E’ molto importante che tu capisca che vivere in maniera appagante è possibile e, per arrivarci, è necessario investire in te stesso per conoscerti a fondo e per allenare le giuste attitudini.
Vivere Pienamente
Bene, ora passiamo alla parte pratica, che ne pensi?
La prima cosa che ti invito a fare è qualcosa che nella società moderna risulta difficile: fermarti. Prenditi un momento per riflettere e porti alcune domande. Sarò io a suggerirtele e tu potrai scegliere se rispondere subito oppure se farlo dopo aver letto questo articolo.
Scrivere
Per una migliore riuscita, rispondi alle domande con sincerità e in forma scritta, senza focalizzarti su ortografia o calligrafia, perché ti distrarrebbero. Quindi, prenditi un bel quaderno, una bella penna e comincia a scrivere.
Domanda 1: Quanto spesso riesco a sentire nel profondo quanto la vita sia un dono unico, provando sensazioni di libertà, serenità, felicità e amore?
Sappi che una delle cause principali per cui si riesce poco a percepire la vita in questo modo è l’incongruenza tra le necessità biologiche del nostro organismo e lo stile di vita della società moderna. Questo stile di vita, se non è gestito correttamente, ci porta ad avere molte difficoltà, soprattutto nel volerci bene in maniera funzionale. La nostra biologia, infatti, è interessata alla sopravvivenza della specie, non a quanto riusciamo a vivere pienamente la nostra vita. A noi, però, fa una grande differenza.
Chiediti: Quante sono le volte in cui sono io a fare accadere o cambiare le cose nella mia realtà, e quante invece sono le circostanze o le altre persone a farlo?
È importante farsi questa domanda perché, nel primo caso, hai il controllo di te stesso/a, e questo ti rende più soddisfatto, più forte interiormente, calmo/a e tendenzialmente più felice. Diversamente, è come se avessi un pilota automatico attivo con varie destinazioni casuali, a volte disfunzionali, che ti fanno vivere in attesa che sia qualcosa dall’esterno a dover migliorare la tua vita.
Il controllo
Un’altra domanda strettamente legata alla precedente è: su cosa ho il reale controllo e su cosa invece non ce l’ho?
Non è automatico pensare che l’unica cosa che possiamo controllare realmente è il nostro atteggiamento per il quale dobbiamo anche ricordare che siamo Responsabili. Se ci pensi, è sulla tua dinamica interna che puoi fare qualcosa. Pretendere, per esempio, che lo stress si abbassi esercitando il controllo su agenti esterni ti porta fuori strada. In realtà, lo stress si riduce se eserciti il controllo su contesti che sono realmente controllabili; diversamente, è una lotta che ti renderà più frustrato, ancora più stressato e avrà un’influenza negativa anche sugli altri.
Conclusioni
Bene, spero che rispondere ad alcune di queste domande ti aiuterà a diventare più consapevole. Se vorrai approfondire uno o più argomenti, scrivimi, prenota una videochiamata gratuita, raccontami chi sei e dove vuoi arrivare, oppure segui semplicemente i miei canali social.
Ora non mi resta altro che salutarti, mandarti un grande abbraccio di cuore e di forza vitale e augurarti di Vivere Pienamente.