Il figlio maschio

Un padre e un figlio sorridenti seduti insieme su una panchina in un parco tranquillo e soleggiato, simbolo di una relazione di affetto e connessione.

Un momento speciale tra padre e figlio, in un luogo sereno dove nascono emozioni e connessioni profonde.

Se hai un figlio maschio, hai una grande responsabilità: aiutarlo a costruire un mondo interiore forte, fatto di parole, emozioni, pensieri e significati.
E’ una strada complessa, soprattutto in una società che ha ancora oggi una tendenza a spingere i maschi a nascondere ciò che sentono, a non mostrare debolezze e a portare addosso il peso di stereotipi duri a morire.
Insegnagli a sentire, ad ascoltare il suo cuore e il suo corpo, a distinguere una sensazione fisica da un’emozione, a capire se la tensione che sente è rabbia o paura.

Chiedigli come sta, con dolcezza, senza aspettarti che risponda subito. E quando te lo dice, spiegagli come sta, aiutalo a comprendere il linguaggio emotivo, a tradurre in parole quello che sente, perché solo così potrà affrontarlo e condividerlo con gli altri.

Non urlare. Non picchiare. Non una volta, mai. La tua stanchezza non può essere una scusa. Gli errori e le frustrazioni che provengono dalle sfide che affronti ogni giorno, anche quelle, non devono diventare scuse per rilasciare rabbia.
La scienza ci avverte che la violenza fisica o verbale ha un impatto devastante sulla crescita emotiva dei bambini: secondo l’American Academy of Pediatrics, le punizioni corporali non solo non migliorano il comportamento dei bambini, ma aumentano i livelli di aggressività e riducono la loro capacità di autoregolarsi. È fondamentale, allora, comprendere che dietro ogni “no” o “capriccio” potrebbe nascondersi una richiesta di attenzione, di ascolto, di rassicurazione.

Il coraggio di investigare su se stessi
Penso che essere genitori significhi anche essere onesti con se stessi. Significhi indagare prima di tutto la propria rabbia, scendere in profondità nel proprio dolore e stanchezza. Forse, dietro il tuo esaurimento c’è la paura di non essere un buon genitore, la frustrazione di sentirsi giudicati, la solitudine che affligge chi si prende cura degli altri senza avere spazio per se stesso. Ma anche in questo, non puoi nasconderti dietro uno scudo di ignoranza o rassegnazione.

Impara ad aiutarti, a fare i conti con le tue emozioni, perché solo così sarai un modello per tuo figlio. Quando lo ascolti, quando gli insegni che può esprimere ciò che prova senza paura di essere deriso o sminuito, stai facendo qualcosa di più grande: gli stai dando gli strumenti per vivere una vita piena, autentica, libera da maschere.

Insegnagli che accettare un “no” è fondamentale
Il “no” è parte della vita e della crescita, non una negazione del valore. Dire di no, accettare il no altrui, è un atto di forza interiore. Molti studi psicologici hanno dimostrato che insegnare ai bambini a tollerare le frustrazioni li aiuta a sviluppare resilienza, capacità di adattamento e una maggiore sicurezza in se stessi. Permettere a tuo figlio di sperimentare il rifiuto, senza soccombere alla tentazione di salvarlo sempre, lo aiuterà a capire che può essere accettato e amato anche quando le cose non vanno come vuole.

Abbraccialo, parlagli dei suoi successi e insuccessi senza renderli una questione di valore personale, ma piuttosto una tappa del suo percorso. La sua autostima non deve dipendere dal tuo giudizio, bensì dal riconoscimento di chi è realmente. Come genitore, penso che il tuo ruolo sia quello di coltivare una sicurezza interiore che non dipenda da come viene approvato dall’esterno.

Uno spazio per ascoltare i propri pensieri
Nel caos della vita moderna con tutte le responsabilità quotidiane, si rischia spesso di trasmettere ai figli, oltre al nostro stress e ansia, la sensazione che loro siano un’altra fonte di stress, piuttosto che un dono. Ma con un piccolo sforzo, puoi creare un angolo di quiete in cui sia tu che lui possiate ascoltare i vostri pensieri, anche quelli più oscuri, e farne qualcosa di bello.
Trasformare il dolore in una “bua” per non sommarne la sofferenza, la paura in fragilità per arrivare a far emergere il coraggio, la stanchezza in soddisfazione per focalizzarsi su quanto di buono si è fatto, aiuta a non lasciare irrisolto ciò che potrebbe ostacolare la crescita.

Il terapeuta e scrittore Alain de Botton dice che “i bambini imparano più dall’esempio che dalle parole. Se un padre è capace di mostrare i suoi limiti e le sue paure, senza vergogna, allora sta insegnando al figlio che la vulnerabilità non è una debolezza, ma una parte fondamentale dell’essere umano.” Questo implica una profonda trasformazione di sé, ma i benefici sono immensi.

L’appello a ogni genitore e ad ogni adulto responsabile
Non lasciate i figli in balia di una cultura che li vuole emotivamente distaccati.
Impegnati a dare risposte, a essere presente, a insegnare loro che la stanchezza, la paura, l’ignoranza e la solitudine non devono essere scuse per chiudersi, ma porte da aprire. La solitudine che spesso ti trovi a combattere come genitore è la stessa che senti come figlio, ma la tua presenza, il tuo ascolto, possono trasformare quel vuoto in uno spazio di incontro, di ascolto, dove tu e tuo figlio potete finalmente essere autentici.

Perché solo così, crescendo uomini capaci di ascoltare, di essere presenti, di esprimere ciò che sentono, possiamo dare vita a una società che non è fatta di scudi, ma di cuori che sanno accogliere.

Se desideri approfondire l’argomento della relazione con tuo figlio/a, visita la pagina dedicata al percorso su Vivere Pienamente qui. Insieme, possiamo creare uno spazio di ascolto e crescita, per aiutare te e tuo figlio a vivere ancora più pienamente.

Un enorme abbraccio di cuore e di forza vitale!

Essere speciali

Oggi vorrei portarti in un viaggio emozionante alla scoperta di quanto tu, sia meravigliosamente speciale, oltre ogni tua aspettativa.
Comincia solamente a pensare a quante avversità sei già riuscito a superare e a quante volte ti sei rialzato da terra.

E se questo non ti bastasse, sappi che nel tuo cervello ci sono trilioni di connessioni neurali, un numero che supera di gran lunga quello delle stelle nella nostra galassia.
E che ogni giorno nel tuo corpo si verificano un’infinità di straordinarie reazioni biochimiche che ti mantengono in vita. Sei un miracolo vivente, un’opera d’arte della natura con un potenziale e una complessità che superano ogni immaginazione. Se puoi credere a questo, puoi credere anche al fatto che dentro di te risiedono infinite possibilità per vivere una vita ancora più appagante, felice e serena, anche di fronte alle situazioni più complicate che ti dovessi trovare ad affrontare.

Cerca di non darti troppi limiti, perché sono quelli i tuoi reali nemici.
E fai attenzione anche alle tue credenze limitanti, perché funzionano esattamente come una profezia che si auto-avvera. Poi ricordati che c’è sempre una soluzione; magari non è quella che pensi o vorresti in prima battuta, ma intanto rendersene conto ti fa vedere l’inizio della strada che ti ci porterà.
E sai dove sarebbe meglio che tu impiegassi le tue energie?
Come prima cosa, a pensare a come pianificare al meglio il tuo percorso; come seconda, ad allenarti per riuscire ad avere più forza, non durezza, nelle gambe e nelle spalle, così lo zaino che ti porti appresso lo sentirai molto meno pesante.

Perché lo sai già, che nel viaggio della tua vita quello zaino tenderà a riempirsi sempre di più, e lo farà per via del peso delle situazioni fuori dal tuo controllo, ma ancora di più da quello che ci metterai dentro tu, in aggiunta a ciò che ti accade.
E come terza cosa, da quanto stai seguendo la tua bussola interiore, i tuoi valori, quello in cui credi nel profondo, è ciò che ti dà la direzione.
Cerca di applicare metodologie efficaci che ti potenzino all’interno del tuo quotidiano, così potrai tenerle vicino a te e creare nuove abitudini che modificheranno tratti del tuo carattere.

Infine, un’ultima cosa molto importante: non smettere mai di allenare la tua mente nel modo più funzionale per te, anche se stai già bene con te stesso, perché se non lo farai, la tua efficacia nel vivere più pienamente tornerà a ridursi, rischiando di sparire quasi del tutto.

Ricorda che sei e sarai sempre neuroplastico fino alla fine dei tuoi giorni.
È così che siamo fatti ed è così che funzioniamo.
E lo sei per come pensi e per come agisci ogni giorno, quindi dacci dentro e fallo al meglio: è la tua vita ed è ora la tua occasione.
Non aspettare, tu sei un essere speciale e tu abbi cura di te.

Questo è quello in cui credo ed è quello che costruisco concretamente assieme a chi cerca il modo di migliorare la propria vita, anche di poco.

Ora non mi resta da fare altro che mandarti il mio grande abbraccio di cuore e di forza vitale e augurarti ogni bene.

Il contagio sociale

Il contagio sociale è il trasmettere l’uno all’altro i nostri stati emotivi, e non solo. Stati emotivi che, come possiamo notare, derivano spesso dalla paura, dalla rabbia e dall’apatia anziché dalla fiducia. Lo sapevi che il fenomeno del contagio sociale si verifica anche a grande distanza? Numerosi studi hanno dimostrato che oltre allo stato d’animo, lo stile di vita e il modo in cui affrontiamo i problemi possono influenzare non solo i nostri amici, ma anche gli amici dei nostri amici e viceversa. Ed è veramente incredibile se ci pensi. Questa è la prova che la società è una rete complessa di individui che si influenzano costantemente l’un l’altro, sia in positivo che in negativo.

Come ho espresso nel mio articolo precedente, sono meccanismi di cui ti puoi accorgere nella tua vita quotidiana, quando incontri persone spente, arrabbiate, tristi e alle volte anche poco collaborative. Ora, una delle domande principali su questo tema, che riguarda ognuno di noi, è: chi è in grado di fermare il contagio negativo e trasformarlo in positivo?

Bene, proprio perché è un terreno complesso, è necessario uno sforzo per agire, ma è anche richiesto un elevato livello di consapevolezza, perché stai interrompendo un processo naturale che ti farebbe reagire in tutt’altro modo. Qui la differenza la può fare chi ha intrapreso un percorso di crescita personale, chi ha scelto di vivere la sua vita come leader piuttosto che come seguace. Anche qui, come in altri terreni, si tratta di fare scelte consapevoli e di esercitarsi costantemente. Non è una questione di talento innato o di fortuna; è solo così che possiamo realmente fare la differenza nella nostra società, migliorando la qualità della vita di tutti.

Immagino che potresti pensare: “Va bene, fin dei conti perché mi deve importare migliorare la vita degli altri?” Bene, se ti fai questa domanda, forse ti sfugge che se migliori quella degli altri, proprio per via del contagio sociale, direttamente e indirettamente migliorerà anche quella della tua famiglia, dei tuoi amici, dei tuoi colleghi e anche la tua.

Oh, sia chiaro, non ti biasimo se preferisci non agire, se non ti senti di avere le forze per farlo. Tuttavia, ciò potrebbe portarti a fare qualcos’altro che non ti farebbe bene: lamentarti. È importante inoltre che tu comprenda che sei tu il primo a subire le conseguenze se non fai quello sforzo o non agisci per promuovere un cambiamento in te stesso. Qui entra in gioco un altro tema molto importante in grado di darti quell’energia interiore di cui hai bisogno: l’egoismo.

L’egoismo sano

La società ci ha spesso insegnato a condannare l’egoismo, ritenendolo dannoso. Ed è effettivamente importante comprendere che ce ne sono di diversi tipi. Personalmente, non mi riferisco al menefreghismo, ma all’egoismo sano e costruttivo. Mi spiego meglio: tutte le cose che funzionano armoniosamente, che seguono i ritmi naturali della nostra esistenza, se sono realizzate per te con sincerità e passione, finiscono per avere un impatto positivo anche sugli altri. E sai che cosa nasce dal tuo stato di profondo benessere interiore? L’altruismo autentico.

Conclusione

In conclusione, il benessere della società è strettamente collegato al nostro benessere interiore e a quanto riusciamo a investire con il nostro altruismo e a quanto riusciamo a contagiare positivamente. Il risultato complessivo innescherà un circolo vizioso oppure un circolo virtuoso. Robert Ingersoll diceva: “Se dipendesse da me, renderei contagiosa la salute invece che la malattia.” Ecco, rispondo che, anche se non è affatto semplice fare questa inversione di direzione del contagio sociale, è possibile e dipende da noi.

Forse tu lo stai già facendo, ma se non dovesse essere così, quando ti sentirai bene con te stesso, prova a sperimentare il contagio sociale su una persona che ti sembra imbronciata o triste. Accorgiti di quale potere immediato ha tutto questo meccanismo e allenati. Fallo più volte, tenendo a mente ciò di cui ho scritto in questo e nei due articoli precedenti.

In fin dei conti, se ci pensi, riuscirai sicuramente a ricordare che belle sensazioni di fiducia, di calore, di carica positiva ti è capitato di provare quando sei stato tu la persona ad essere contagiata positivamente. Infine, se aspiri a coltivare la tua leadership per essere ancora più efficace nel diffondere e stimolare positività per te stesso e per gli altri, sappi che mi troverai pronto ad affiancarti in questo meraviglioso viaggio.

Un grande abbraccio di cuore e di forza vitale!!!

Sistema di ingaggio sociale e lo stress

Che cos’è il sistema di ingaggio sociale? È un insieme di strutture nervose che facilitano l’interazione sociale e che sono particolarmente attive quando ci sentiamo al sicuro. Questo sistema è fondamentale nella comunicazione paraverbale e non verbale, come il tono della voce, la mimica e la gestualità. Sappi che quando comunichiamo sensazioni, facciamo valutazioni, esprimiamo sentimenti o modi di pensare, le parole hanno un’importanza del 7% rispetto alla comunicazione paraverbale e non verbale. Nonostante ciò, si tende a dare molta rilevanza alle parole perché il linguaggio è una novità nel piano della nostra storia evolutiva.

Lo stress

Siccome le nostre emozioni interiori possono influenzare la nostra comunicazione paraverbale e non verbale, e quindi anche la percezione che gli altri hanno di noi, puoi capire quanto sia importante mantenere attivo questo sistema per avere una buona comunicazione. C’è un forte legame con quello che riguarda lo stress, di cui ho scritto nell’articolo precedente, perché a causa dei malesseri che ci provoca, ci porta a trasmettere stati d’animo negativi come la paura o la rabbia. Ad un livello di stress più profondo può anche portarci lentamente e gradualmente, senza che ce ne accorgiamo, a vivere in una situazione ancora più grave, in una situazione in cui abbiamo una sorta di paralisi interiore, di blocco totale.

Il blocco emotivo

Ed è un po’ come accade ai rettili quando non hanno più via di fuga: in automatico si bloccano, si fingono morti e sperano che non accada nulla. Nella società moderna non si arriva all’estremo di una paralisi del fisico, ma il blocco emotivo sì, però. Non so se ti sei mai accorto, girando in città, di quante persone hanno un’espressione paralizzata, un po’ vuota, come se non avessero più niente da esprimere, apatiche. E per paura, invece, di quante sono avvolte da questa diffidenza, da questo timore, o per rabbia invece quante si comportano con poca tolleranza e sono particolarmente pronte a criticare e a giudicare per condannare.

Perché avviene tutto ciò?

Perché mentre il sistema di combattimento-fuga è attivo, resta inibito un altro sistema, che in quel momento non è prioritario nel salvarci la vita, che è proprio il sistema di ingaggio sociale. Ecco perché, anche se stai dicendo una cosa importante, sensata e giusta per l’altra persona, ma il tuo stato interiore te la fa esprimere con tensione o addirittura con dell’aggressività, potresti non ottenere i risultati desiderati. Perché se stai contagiando l’altra persona con poca o molta aggressività, è più facile che anche dall’altra parte lei reagirà in automatico sollevando il sistema di lotta o fuga senza che lo voglia e disinibendo il suo sistema di ingaggio sociale. E se sarà così, non solo le tue parole saranno spese al vento, ma la situazione potrebbe anche degenerare portando poi ad altri tipi di conseguenze negative a lungo termine.

Cosa puoi fare per migliorare alcune situazioni e relazioni e mantenere attivo il sistema di ingaggio sociale

Per prima cosa, se la situazione sta degenerando, escine subito. Fermati un secondo, respira, poi ricorda che anche volendo, in questo stato non si può proprio ragionare. Lo si farà in un secondo momento. Se pensi che possa capitare con chi condivide il tuo tetto, potete trovare assieme preventivamente una parola chiave simpatica da usare in emergenza e che saprete essere in grado di riportare in voi questo tipo di consapevolezza quando ne avrete bisogno. Una parola simpatica potrebbe ad esempio essere “banana”.

Per essere più pronti, possiamo cominciare ad allenare:

  • La nostra attenzione verso lo stato emotivo che proviamo prima e durante la conversazione, senza giudicarci.
  • La nostra attenzione sul linguaggio paraverbale e non verbale. Quindi puoi domandarti: “Che espressione ho sul volto? È neutrale, amichevole oppure sono serio o arrabbiato? Il mio corpo com’è? Teso oppure rilassato? Trasmetto chiusura o apertura?”
  • Rispondere anziché reagire in automatico e ad essere anche responsabili per le nostre reazioni. Come posso dire: “Non puoi controllare il vento, ma puoi regolare le tue vele, e non puoi dare la colpa al vento se non riesci a regolarle efficacemente”. Ok? Per farlo, anche qui, porta la tua attenzione al respiro per pochi secondi, o per quelli che sono necessari, anche solo un secondo può fare una differenza incredibile nel darti la possibilità di non reagire in automatico.
  • Allenarci a mantenere il contatto visivo e l’attenzione verso l’interlocutore.

E infine, essere vero/a e sincero/a con te stesso/a e farlo in maniera costruttiva e rispettosa. Soprattutto se vuoi condividere temi che riguardano questioni per te negative, faccio un esempio: invece di lamentarti, puoi esprimere ciò che ti preoccupa e cercare insieme una soluzione. L’autenticità può includere la gratitudine, la gioia, la condivisione di momenti positivi, e trovare un equilibrio tra onestà e gentilezza è la chiave per essere autentici senza diffondere la negatività. Ricordati che l’autenticità è fondamentale per una comunicazione efficace e per mantenere attivo il sistema di ingaggio sociale perché promuove la presenza, il calore e la fiducia e ti fa sentire al sicuro.

Ora concludo dicendoti che nel viaggio della crescita personale, ogni scoperta che facciamo è solo un piccolo tassello di un vasto mosaico e oltre alle conoscenze che riceviamo, esiste un mondo di scoperte e di pratiche che attendono di essere esplorate.

Ti auguro di essere sempre curioso, aperto e pronto ad imparare sempre di più.

Un grande abbraccio di cuore e di forza vitale!!!

Come mai siamo così stressati?

Quando il nostro corpo percepisce un pericolo, si attivano una serie di risposte fisiologiche che ci preparano al combattimento o alla fuga. Questo meccanismo va bene in una situazione di reale emergenza, dove può essere utile per salvarci la vita, ma in un contesto psicologico non è altrettanto efficace.
Noi esseri umani non siamo perfetti, e questo perché ci portiamo dietro tanti piccoli automatismi che provengono dalla nostra storia evolutiva e che oggi funzionano in maniera incoerente nel mondo moderno. Siamo molto complessi, ma anche contraddittori. Uno di questi automatismi meno efficaci oggi si chiama neurocezione.

Cos’è la neurocezione?

È il nostro radar interno che analizza continuamente l’ambiente, catalogandolo come pericoloso o sicuro. Nel mondo moderno, dove i pericoli fisici sono meno presenti, questo radar è spesso influenzato più dalla nostra parte interiore che dalle minacce reali. Che la paura sia di natura fisica o psicologica, il corpo attiva comunque lo stesso tipo di reazione di lotta o fuga, e fatica tremendamente a distinguere se stiamo scappando da una tigre o se siamo preoccupati per arrivare a fine mese.

Contrariamente alla paura fisica, che cala quando abbiamo vinto, perso o siamo fuggiti, la paura psicologica può continuare a lungo, se non gestiamo correttamente la nostra mente e le nostre emozioni. Questo ci fa credere, ad un certo punto, che vivere in uno stato di stress sia la normalità. Ma questo non solo ci crea una serie di problematiche fisiche e mentali più o meno serie, ma porta anche ad autoalimentarle.

Reazione di lotta o fuga senza scarica fisica

Quando la reazione di lotta o fuga si solleva per questioni ipotetiche, raggiungiamo un apice di eccitazione, ma senza una conseguente scarica fisica né una fase di recupero. Questo ci porta a trattenere dentro tutta la carica emotiva, senza fornire al corpo quello che si aspetta: stancarsi fisicamente e poi riposarsi. Ecco perché viene spesso suggerito di fare attività fisica per scaricarsi.

Problemi derivanti dallo stress

Tensioni muscolari, ansia, nervosismo, palpitazioni, ipertensione, indebolimento del sistema immunitario, disturbi digestivi, mal di testa e mal di schiena cronici, insonnia e anche depressione: tutti questi problemi insorgono perché il corpo non è biologicamente programmato per essere sollecitato così spesso. In passato, i pericoli reali non erano continui; c’erano momenti di pace e di crescita. Inoltre, il corpo non è programmato per mantenere attivo lo stress così a lungo.

Proteggiti dagli stimoli negativi

Dobbiamo anche prestare attenzione agli stimoli che facciamo vivere alla nostra mente. Proteggiti dalla negatività psicologica, che è estremamente presente nella nostra società, soprattutto nei media. La negatività può predisporre la tua neurocezione al negativo, influenzare la tua percezione della realtà e amplificare le tue paure psicologiche. Non pensare che non ci siano conseguenze al tuo sistema nervoso se ogni sera ti spaventi o ti arrabbi guardando il telegiornale o una serie TV che fa uso di violenza, fisica o psicologica.

Cosa puoi fare invece?

Ecco un elenco di alcune possibilità:

  • Amore e connessioni: coltiva relazioni affettive sane e profonde. In questo modo viene stimolato il rilascio di ossitocina, l’ormone del benessere, che favorisce la riduzione dello stress e dona un senso di calma e sicurezza. Tra l’altro le connessioni autentiche, sia con i partner che con amici o familiari, sono fondamentali per un equilibrio emotivo.
  • Attività rilassanti: pratica attività fisiche dolci come la camminata, lo yoga o simili, il nuoto, lo stretching. Camminare all’aria aperta ad esempio non solo permette di schiarire la mente, ma ha anche un effetto calmante sul sistema nervoso, aiutando a rilasciare tensioni accumulate.
  • Ricollegati con la natura: Dedica almeno 3 ore a settimana alla natura, è fondamentale perché per il 99,9% della nostra storia evolutiva siamo stati a contatto con la natura selvaggia.
  • Impara tecniche di rilassamento: Approfondisci e impara tecniche che ti aiutino a rilassarti in profondità, per prevenire l’insorgenza dello stress o utilizzarle quando necessario.
  • Lascia andare i contesti negativi: Evita contesti negativi in cui non puoi agire direttamente. Continuare a sbatterci la testa contro esaurirà le tue energie e incrementerà il tuo malessere.

Tutto questo ti permette di guadagnare più controllo, serenità e anche energie, ma se non vai un po’ più in profondità, continuerai solo a combattere i sintomi, senza mai affrontare la vera causa. Esistono molti strumenti, tecniche e strategie efficaci per il tuo benessere, che, se applicati con costanza, possono diventare parte della tua routine quotidiana. Queste nuove abitudini ti aiuteranno a sostituire i vecchi schemi disfunzionali, trasformando radicalmente la tua vita.

L’importante è iniziare, anche con piccoli passi.
Ricorda che sei tu a fare la differenza!

Daje!

Un grande abbraccio di cuore e di forza vitale.

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